Ott 9

A Campo Imperatore si osservano le grandi esplosioni stellari

La “Galassia Girandola” (M101 o anche NGC5457) osservata dal telescopio spaziale Hubble, prima dell’esplosione. La regione in cui è esplosa SN 2023ixf è in alto a destra. Crediti: ESA/Hubble (https://esahubble.org/copyright/).

La “Galassia Girandola”, il cui nome scientifico è M101 nel catalogo di Messier, ha ospitato lo scorso 19 maggio uno degli eventi più spettacolari osservabili nell’universo: l’esplosione di una supernova. La supernova, subito battezzata con il nome SN2023ixf, per le sue caratteristiche è stata riconosciuta come di tipo II, una classe di supernove che oggi sappiamo essere il risultato del collasso gravitazionale del nucleo, che avviene alla fine del ciclo di vita di una stella con massa superiore ad otto-dieci volte quella del nostro Sole. L’onda d’urto che si genera in seguito al collasso è così potente da spazzare via il materiale presente nelle parti più esterne della stella progenitrice. Durante l’esplosione di una supernova viene liberata un’energia enorme e la stella può diventare così luminosa da splendere più di una intera galassia: un punto luminoso che appare all’improvviso, visibile per giorni a grandi distanze, anche sino ad alcuni miliardi di anni luce con i telescopi più potenti.

SN 2023ixf è una supernova di grande interesse per gli astrofisici che studiano questi fenomeni: la sua distanza di “soli” 21 milioni di anni luce la rende un oggetto ben osservabile da Terra, grazie alla sua magnitudine apparente di 10.8 nella parte visibile dello spettro elettromagnetico. Molti osservatori in tutto il mondo si sono subito attivati per osservare l’evento. Anche l’INAF-Osservatorio Astronomico d’Abruzzo ha partecipato alla campagna osservativa di SN2023ixf con immagini scientifiche ottenute con il telescopio Schmidt di Campo Imperatore.

Immagine della SN 2023ixf ottenuta il 27 luglio 2023 con il telescopio Schmidt dell’osservatorio di Campo Imperatore. L’immagine è il risultato della combinazione di tre immagini nei filtri g,r,i.

Il telescopio, dotato di uno specchio di 91 cm, si presta perfettamente a questo tipo di osservazioni, grazie al suo grande campo di vista di circa 1 grado quadrato (paragonabile alla dimensione apparente della Luna piena) e ad una camera CCD composta da 4096×4096 pixels. Grazie alle ottimizzazioni dei sistemi di controllo dell’intera stazione apportate negli ultimi anni, i ricercatori dell’OA d’Abruzzo Leonardo Tartaglia, Francesca Onori e Fiore De Luise hanno gestito l’intera osservazione da remoto. I risultati dopo l’elaborazione saranno pubblicati in un articolo scientifico.

Queste esplosioni cosmiche rappresentano l’obiettivo di specifici programmi osservativi attivi a Campo Imperatore. Nei prossimi mesi verranno tenute sotto osservazione M101 ed altre galassie “vicine” alla ricerca di altre sorgenti transienti, ovvero fenomeni astrofisici generalmente estremi, di durata variabile, da pochi secondi, a giorni, a volte anni. Grazie al sistema di controllo da remoto è possibile ricercare e/o attivare in tempi rapidi il monitoraggio di questi oggetti eccezionali. Eseguendo un controllo a distanza del telescopio e un’analisi delle immagini acquisite, i dati ottenuti nei primi giorni successivi allo scoppio forniscono indicazioni preziose per la comunità scientifica nazionale ed internazionale.

Nei prossimi mesi questa ricerca riserverà sicuramente altre sorprese.

 

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